Riceviamo dalla consigliera di Enpa Padova, Anna Mattoschi, e pubblichiamo.
A Sua Santità Papa Francesco,
Vederla accarezzare un cane, a pochi giorni dalla Sua ascesa al soglio pontificio, ci aveva fatto sperare in un’apertura della Chiesa verso il mondo animale che non sembra essere molto amato dal Clero, dato che non si vedono animali domestici in parrocchie e conventi e non si sentono condanne alla crudeltà verso gli animali. Le Sue recenti dichiarazioni però ci hanno profondamente deluse e ci fanno fare un passo indietro.
Lei richiama giustamente “alla pietà di fronte alla vita”, a “condividere le tristezze”, rivolgendo il pensiero al solo genere umano, ma Dio ha creato il mondo, l’uomo, gli animali e le piante, e a tutto ciò va rivolto amore, un amore non limitato ad una sola specie. Gandhi disse: “Io chiamo religioso colui che comprende le sofferenze degli altri”, e noi vediamo e comprendiamo anche le sofferenze degli animali e dell’ambiente causate dalla crudeltà, dall'arroganza e dall'egoismo dell’uomo, il cui livello di civiltà, sempre secondo Gandhi, si rivela dal modo in cui tratta gli animali. Ad occuparsi delle sofferenze delle persone sono in molti, istituzioni comprese, mentre ad occuparsi di animali, dei loro diritti, ad opporsi ai maltrattamenti sono pochi volontari, ed a loro andrà il nostro 5 per mille, una goccia rispetto all’8 per mille che riceve la Chiesa.
Santità, se i vicini di casa sono in difficoltà non è certamente colpa delle persone che amano gli animali, ma di un sistema politico, dell'egoismo e della corruzione dei politici, che tante risorse tolgono alla collettività e – mi permetta – anche dei cardinali dai super attici, uomini di Dio ricchi di privilegi e materialismo.
